Medico-Paziente: di cosa parla il libro
Un libro che parla dell’importanza della comunicazione e del rapporto tra medico-paziente.
La medicina ha fatto enormi passi avanti dal punto di vista tecnico e strumentale.
Ma il rapporto medico-paziente è diventato sempre più frettoloso e distante.
L’”iperspecializzazione” e la scarsa formazione sugli aspetti relazionali e comunicativi, la iper burocrazia, lo stress, i continui tagli, peggiorano la situazione medico-paziente.
Il libro quindi affronta vari problemi: dall’abbandono della terapia, alla sovra-diagnosi, alla medicalizzazione del sintomo. Fino a parlare dell’”Effetto Nocebo”. E’ il contrario dell’effetto placebo.
L’effetto “Nocebo” è molto importante: il medico, paradossalmente, con il suo modo di fare/non comunicare, peggiora la malattia e il disagio del paziente.
Il libro riporta una serie di importanti metodi per migliorare il rapporto medico-paziente.
Questi metodi, migliorano anche lo stato d’animo del sanitario, la sua serenità professionale, e incredibilmente, lo espongono a minori rischi di cause legali.
In fondo, si tratta di tornare ad applicare una cosa nota fin dai tempi di Ippocrate: “Prendersi Cura”, in tutti i sensi.
E’ difficile leggerlo?
No. Il taglio è divulgativo, piano e chiaro, con molti esempi.
Rimane comunque una lettura che richiede concentrazione.
Non ha molto senso leggerlo in metropolitana o mentre si guarda la TV.
Perché leggerlo?
Se sei un “paziente”: per migliorare la tua comunicazione verso il medico.
Cioè per sapere cosa dirgli, cosa gli interessa effettivamente, per non divagare in dettagli che non sempre a lui interessano.
Per capire come re-agire ad eventuali irrigidimenti o frasi francamente sgarbate.
Ultimamente il vizio più comune, è colpevolizzare il paziente. O sfotterlo, e minimizzare. Soprattutto se si tratta di effetti avversi…
Quindi come reagire in modo costruttivo a queste situazioni.
E alla fine, è utile per capire se è il caso davvero di … cambiare medico.
Per i più specialisti
Utilizza i principi base della comunicazione strategica, e della terapia strategica breve.
Le autrici, sono i “Guru” della terapia familiare-strategica, e la prefazione è del massimo esperto mondiale sulle terapie/comunicazione strategica.
Mi immagino già certi sorrisini sprezzanti dei camici bianchi: “bleah, un terapeuta, uno psicologo”…
Beh, uno dei due autori, è medico specializzato in oncologia, e in medicina interna ed oncologia negli USA.
Ecco il profilo degli autori:
Se sei un sanitario: è un testo fondamentale per imparare strategie di relazione per ridurre il tuo stress, per non essere sempre “ipervigilante” e teso come se tu avessi un fucile puntato.
Ammettere gli errori, o gli stati d’animo, non è affatto una cosa da evitare, o una sconfitta. Anzi, va fatto, ma con i metodi e le cautele descritti nel libro.
Usare la comunicazione nel rapporto medico-paziente serve per far “digerire” una terapia, per ridurre le resistenze del paziente senza contestarlo o farlo sentire un deficiente.
Sono descritti anche modi per incidere sugli stili di vita (es. convincere a smetter di fumare), fino al caso estremo, cioè come comunicare brutte notizie, o “exitus”.
Alla fine, sono tutti modi per ridurre i rischi di “burnout” e per aumentare la tua efficienza.
Addirittura, studi alla mano, l’autore dimostra che stare ad ascoltare il paziente, e comunicare efficacemente, richiede MENO TEMPO ed è PIU’ EFFICIENTE, rispetto alla solita comunicazione glaciale, altezzosa e monodirezionale.
Alla fine, globalmente, con un risparmio di risorse e di denaro per il SSN.
E per il momento attuale…il Medico-Paziente…
Il Libro è stato scritto alcuni anni prima della “Pandemia”. Rimane però a maggior ragione, valido.
I carichi di stress ed emotivi, sia del paziente, sia del medico, sono esplosi in questi ultimi due anni.
Da che, discende l’importanza vitale, di una buona comunicazione e relazione tra medico paziente.
Vi faccio un esempio reale, (in negativo), di cosa si intende con una “non buona” comunicazione medico-paziente.
Un paziente “Caio” va dal medico, per dei dolori articolari alle mani.
Questo paziente ha un familiare “Tizio” sofferente di un effetto avverso permanente, dovuto al siero (chiamiamolo “effetto avverso X” per motivi di Privacy).
Il medico sfotte il paziente-Caio, con fare sarcastico e un sorriso, “ma non si preoccupi, i suoi dolori articolari non saranno mica l’effetto avverso X di Tizio; non si lasci prendere da quei cogli…i dei novax”.
Direi che a questo medico, consiglio la lettura del libro. E di pensarci su.
Già un altro clinico di caratura internazionale, non scrive proprio benissimo dei medici e degli psichiatri: ne ho parlato qui.
Il Rapporto Medico-Paziente: Conclusioni
Una stima svolta nel 2000 negli USA, calcola che gli errori medici fanno più vittime degli incidenti d’auto, del tumore del polmone e dell’AIDS messi insieme.
Provocano negli ospedali, tra i 44.000 e i 98.000 morti all’anno, con un costo diretto e indiretto tra i 17 e i 29 miliardi di dollari.
Le reazioni fatali ai farmaci sono state tra la 4° e la 6° causa di morte negli ospedali americani nel 1994.
Dopo cardiopatia, cancro ictus, problemi polmonari e incidenti.
Questi dati relativi ai soli USA.
Questi dati, citati dal libro in commento, mostrano due cose:
- l‘assoluta sottostima percettiva del problema,
- l’importanza vitale di ridurre gli errori medici.
Come ridurre gli errori?
Gli autori evidenziano molto bene che la relazione medico-paziente, l’ascolto, e una buona dose di umiltà, sono fattori vitali nella riduzione degli errori medici.
Non solo: sono importantissimi per evitare che il paziente interrompa la cura, cambi medico, o inizi a vagare da uno specialista all’altro.
L’autore riporta una serie di casi reali di comunicazioni medico -paziente, assolutamente fallimentari.
Evidenzia inoltre il ruolo fondamentale del medico di famiglia, ruolo purtroppo ora degradato a burocrate esecutore di direttive ministeriali e di protocolli. Cito testuale dal libro:
“Siamo sempre più di fronte alla formazione di ricercatori e medici competenti solo nel loro ristretto ambito applicativo;
una popolazione di ignoranti istruiti, che spesso non sono più in grado di avere una visione d’insieme del malato né di avere con lui una relazione efficace”.
TylerGandalf
Libro: Il Rimedio, Il Tocco, La Parola– Roberta e Simona Milanese-Prefazione di Giorgio Nardone