Il Cervello Complottista

EFFETTO ROSENTHAL

Biologia indagine sulla vita Linea Blu” di Marielle Hoefnagels

Molti di Voi ci hanno inviato la fotografia della pagina di un libro destinato al biennio delle scuole superiori, ma – a detta degli insegnanti stessi – adatto un bambino di otto anni.

Il titolo del libro è “Biologia-indagine sulla vita-Linea Blu” di Marielle Hoefnagels. Innanzitutto, i testi scolastici risalenti a quando andavo noi frequentavamo le superiori, erano enormemente più ricchi e complessi.

E’ il cosidetto “Effetto Rosenthal”: se gli insegnanti credono che un bambino sia meno dotato, il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato..

Non si comprende inoltre per quale motivo in Italia si debba adottare un testo scritto da una yankee, avendo le università più antiche e migliori del mondo.

E, come testimonia la componente visuale, facciamo sfacciatamente propaganda alla distopica Agenda 2030 [Obiettivo 2030].

IL CERVELLO COMPLOTTISTA

il cervello complottista (2)

La tristemente celebre pagina 28 è divisa in due: nella prima parte vi è un fumetto con alcune vignette. I personaggi stilizzati hanno la forma dei neuroni sinaptici.

Alcuni ragazzi esclamano: << avete avuto anche voi l’illuminazione?

Non possono essere coincidenze! Il pattern è preciso.

Ci sono forti evidenzi anche in Internet!

È tutto collegato!

L’ansia mi sta mettendo fame, vuoi un po’ di dopamina?

L’ho appena sfornata!

Che bello, posso anche io? Ma certo! >>

Ragazzi non rovinarvi non per rovinarvi la merenda, ma ho l’amigdala in linea: sembra proprio che abbiamo svelato un complotto.

Evidentissimo l’inquadramento di presa in giro, ma il peggio del peggio di questo orribile libro di scuola è il testo a fianco della vignetta

TITOLO: IL CERVELLO COMPLOTTISTA

<< Al nostro cervello piacciono le storie, noi stessi ne siamo una dimostrazione; ciascuno di noi è protagonista della propria serie tv, con puntate in onda ogni giorno; al nostro cervello, tuttavia, le coincidenze e l’assenza di spiegazioni piacciono molto poco, di conseguenza, come nelle migliori sceneggiature, tutto ciò che ci accade deve trovare posto nella nostra storia. Il cervello cerca sempre una spiegazione per quello che percepisce e non sempre individua quella corretta: la realtà è complessa e spesso difficile da spiegare>>

Fino a qui si tratta di cose vere.

<< Molte teorie del complotto nascono proprio dalla necessità di ridurre questa complessità e trovare spiegazioni facili a eventi complessi. >>

<< I Complottisti in genere non si accontentano delle spiegazioni ufficiali o più accreditate, spesso perché mancano delle conoscenze per poter analizzare correttamente; talvolta però sono proprio le spiegazioni ufficiali le più semplici; quando si tratta di ragionare è meglio fidarsi più delle aree associative del cervello che dell’amigdala. >>

Le informazioni di questo trafiletto, se analizzate singolarmente, non sono false. Ma il ragionamento ad un certo punto deraglia. 

Le teorie del complotto nascono dalla necessità di ridurre la complessità delle cose e di trovare spiegazioni facili?

Questo è esattamente quello che succede quando ci si affida alla narrativa ufficiale.

Non è affatto detto che una teoria “complottista” sia automaticamente la più facile. Spesso le spiegazioni ufficiali sono le più banali, le più semplici e anche le più cretine.

I “complottisti” non si accontentano delle spiegazioni ufficiali o più accreditate… ma questo è un difetto?

È un difetto farsi delle domande?

Vedasi MILTON MODEL

Nella seconda parte l’implicito: accettare e fidarsi, perché non hai le conoscenze per poter analizzare correttamente le informazioni.

Siamo a scuola, giusto?

Trasmettimi le conoscenze e gli strumenti per analizzare correttamente le informazioni, invece di ascrivere a pazzoide coloro che tentano di farlo.

CONTRADDIZIONI

<< A volte però sono proprio le spiegazioni ufficiali le più semplici per dar conto della realtà: l’importante è conoscerle e comprenderle. >>

Ecco la prima contraddizione. Se voglio comprenderle e verificare le dovrò realizzare, ma se poi analizzo mi dici che sono un complottista.

O ragiono o mi fido, uno non sta con l’altro.

<< Quando si tratta di ragionare è meglio fidarsi più delle aree associative del cervello che dell’amigdala. L’amigdala è il centro delle emozioni >>

Questo paragrafo del sussidiario è del tutto progettato con tecniche di marketing, e le tecniche di marketing – si sa – fanno leva proprio sull’amigdala:

ecco la seconda, enorme contraddizione.    

Fase successiva. “Tocca a te! “ – altra tecnica pubblicitaria – inquadrando il QR finiamo sulla piattaforma HUB SCUOLA

“HUB Scuola è la più grande piattaforma italiana per la didattica digitale. Progettata da Mondadori Education e Rizzoli Education, risponde alle esigenze di una scuola sempre più collaborativa, digitale e inclusiva.

[Tipico para-linguaggio di Agenda 2030, della Mafia e della Massoneria]
agenda2030

OMISSIONI

UNO – L’amigdala e le emozioni in generale sono fondamentali e adattive.  L’uomo non è fatto solo di ragionamento come un computer e le emozioni estremamente funzionali alla sua sopravvivenza.

 “La paura non fa ragionare, il panico azzera la capacità critica. “ à un abile confondimento. In Psicologia Generale, paura e panico sono ben distinti.

Guai se non avessi paura (ad esempio) di ingerire una sostanza tossica, guai se trovandomi (ad esempio) di fronte ad una Tigre non avvertissi una sensazione di panico.

Un’analisi razionale al cospetto di un predatore mi condurrebbe a morte certa – in questo senso le emozioni sono adattive.

Ci sono pensieri lenti e pensieri veloci (Daniel Kahneman, psicologo israeliano).

 

DUE – I Bias di conferma. L’alunno modello di Agenda 2030 deve scartare tutti quei dati che possono confutare una tesi governativa o di altri enti accreditati.  

La tradizione vuole che per sciogliere il mistero il chimico tedesco Kekulé sia stato ispirato da un sogno. Distrutto dalla fatica dei suoi studi sul benzene, egli si addormentò finendo col sognare gli atomi di carbonio che si univano a formare una specie di serpente. [https://library.weschool.com/]

Bisognerebbe chiedere a Marielle Hoefnagels se questo Friedrich August Kekulé von Stradonitz era uno dei tanti sprovveduti che nel corso della storia hanno fanno affidamento sulla sua amigdala.

 

TRE – L’Euristica della Disponibilità.

È la scorciatoia per cui noi ci fidiamo e confermiamo le informazioni che ci sono più vicine, facili e disponibili. Infatti, fateci caso, le narrazioni ufficiali allagano tutti i media, sono iper-diffuse. Al contrario, le spiegazioni alternative, o le opinioni scomode, vengono censurate senza pietà.

Ecco che il sussidiario mica vi parla di questa euristica della disponibilità, ovviamente.

Perché il messaggio che fa passare, è che, se una informazione non si trova, o è poco diffusa, allora è falsa. Ma questo non è affatto, un criterio di verità, anzi.

È appunto un’euristica.

Il gioco sporco del confondimento: cita solo le euristiche, ma con lo scopo di ingannarvi.

 

QUATTRO – i Pattern. Nella vignetta viene riportato anche come esempio di “quello che fa il complottista” egli dice “non possono essere coincidenze, se il pattern è preciso e ci sono forti evidenze deve essere tutto collegato” ma presentato in modo negativo e questo è gravissimo perché, in realtà, quello che vi ha appena detto è l’essenza fondamentale di un pensiero critico.

A confermarlo è nientemeno che il manuale NATO intitolato Army Techniques Publication ATP 2-33.4 Intelligence Analysis, reperibile qui.

NATO OTAN

Quali sono le caratteristiche cognitive psicologiche che deve avere un analista di intelligence?

L’analista di Intelligence deve fare esattamente quello che a scuola si dice di NON FARE, e cioè individuare:

– Pattern Recognition (il pattern è preciso, cit.)

– Regolarità

– Correlazioni

– Modelli

– Information Ordering (ci sono forti evidenze su internet, cit.)

Le abilità di pensiero di un buon analista di intelligence: pensiero critico e pensiero creativo.

Ma il libro “Biologia-indagine sulla vita-Linea Blu” di Marielle Hoefnagels, che va in direzione diametralmente opposta, sta cercando di fare il lavaggio del cervello alle nuove leve.

PNL

Colin Powell

Come al solito l’epiteto “complottista” è una nominalizzazione ed una violazione del meta modello della PNL: trasformo un verbo (complottare) in nome, quindi, manca un soggetto e allora io posso affermare – dando un nome – quello che mi pare.

De-Nominalizziamo.

Chi è che complotta? E cosa di preciso? L’assassinio di Kennedy è un complotto? Chi complotta? Chi ne parla è sciocco?

L’assassinio di Giulio Cesare era un complotto. Chi ha complottato? I suoi nemici.

Servono un complemento oggetto per questo verbo (analisi logica, nozioni di scuola elementare).

Si può sempre entrare nel merito della confutazione di quell’argomento, ma la nominalizzazione è una deresponsabilizzazione. Non vuol dire niente! Non è neanche un argomento.

Parlare di “cervello complottista” oltre a puzzare di reframing per il DSM-5, è mettere un’etichetta. È una spiegazione dormitiva.


L’espressione “spiegazioni dormitive” è stato coniato da Gregory Bateson prendendo ispirazione dal “Malade imaginaire” di Molière. 

Nel Malade imaginaire c’è una scena in cui gli esaminatori chiedono a un candidato dottore perché l’oppio faccia dormire e quello risponde tutto fiero: “Perché, sapienti dottori, esso contiene un principio dormitivo”.

Possiamo immaginarci il candidato passare il resto dei suoi giorni in un laboratorio biochimico intento a scomporre l’oppio in frazioni sempre più piccole, per poi identificare la frazione in cui è rimasto il cosiddetto principio dormitivo. Eppure, nonostante i suoi sforzi, egli così facendo non potrà in alcun modo spiegare perché l’oppio faccia dormire.

L’oppio, infatti, non contiene alcun principio dormitivo.

L’oppio produce l’effetto soporifero solo se dall’altra parte c’è un organismo che abbia certe caratteristiche che lo rendano sensibile alla sostanza, come ad esempio un sistema nervoso. Prova a somministrare l’oppio a una pianta e non succederà nulla di simile. 

Ci sono due modi per cercare di comprendere il mondo: uno è quello di considerare le cose, l’altro è quello di considerare le relazioni.

Chi cerca di comprendere il mondo focalizzandosi sulle cose produrrà il più delle volte spiegazioni dormitive, cioè spiegazioni tautologiche e vuote.

I Coincidenti

 

 

     Immagini

  1. https://www.facebook.com/photo/?fbid=7335521746459874&set=a.164707276874726
  2. https://www.agenziacoesione.gov.it/comunicazione/agenda-2030-per-lo-sviluppo-sostenibile/
  3. https://irp.fas.org/doddir/army/atp2-33-4.pdf
  4. https://images.app.goo.gl/2L1Lu8CbyeJ3ergH6

 

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