Every Soldier is a Sensor

Ogni soldato è un Sensore

Questo è il motto della dottrina militare statunitense. Ad esempio, del Field Manual 33-5, in generale sulla “raccolta delle informazioni”. O del ATP Allied Tatical Publication 3-55.4, sulla raccolta delle informazioni presso le popolazioni.

Spesso le persone, i “civili”, si fermano a parlare con le pattuglie per esempio, con i soldati delle operazioni “Strade Sicure” a Milano. I militari sono gentili, parlano con le persone, questo sì.

Magari anche si annoiano, e io stesso, molti anni fa, in contesti che non sto a dire, chiacchieravo volentieri con i “civili”.

Ma se lo fanno, è perché qualcuno gli ha detto che lo possono fare, come, e perché.

Le pattuglie, i soldati, il militare, l’addetto di una forza governativa, NON SONO TUOI AMICI, OBBEDISCONO A DEGLI ORDINI E A DELLE FINALITA’ PRECISE. ANCHE IN TEMPO DI PACE.

Le informazioni utili e la consapevolezza

Avere informazioni dalla popolazione, da VOI, è fondamentale e le informazioni sono TUTTE riportate nella catena di comando.

In fase di “debriefing” i militari che hanno avuto contatti con la popolazione, devono riferire ai loro superiori. Ometto qui i dettagli su come viene fatto il debriefing, dico solo che sono metodi strutturati, precisi, nel modo e negli obiettivi.

Per quanto riguarda le attività civili, il soldato/pattuglia, deve riferire:

  • Quali sono i nomi dei civili con cui è entrato in contatto;
  • Quali le caratteristiche etniche;
  • Quali sono le attività tipiche e abituali della popolazione ad esempio, mercati rionali;
  • Dove sono i raduni insolitamente grandi di persone (oggi diremmo, purtroppo, “assembramenti”);
  • Dove sono le aree insolitamente poco frequentate;
  • Dove sono gli internet cafè (il manuale ATP è datato, conta capire cosa interessa alla gerarchia militare);
  • Quali sono le stazioni radio che trasmettono format pro USA, o anti USA (ho detto sopra, che il soldato deve chiedere quali libri, hobby, ha la persona civile con cui parla. Ecco, uno degli obiettivi);
  • Quali sono le scuole, ospedali, uffici postali aperti;
  • Quali ONG (NGO) e organizzazioni governative (IGO) operano nella zona;
  • Quali sono e dove sono i luoghi di culto;
  • Quali sono e dove sono le segreterie dei partiti politici;
  • Com’è il morale dei civili;
  • Quali sono i comunicatori-chiave, che diffondono propaganda anti USA, e quali contropropaganda;
  • Come si vestono le persone, come si comportano.

L’elenco originale è più lungo, ma penso basti.

Osservare le interazioni e perfino i bambini

I soldati devono osservare come le persone interagiscono fra loro, per esempio, all’interno di un veicolo.

Un dettaglio ributtante: i manuali scrivono a chiare lettere, che il soldato deve sfruttare i bambini come informatori.

“I soldati devono identificare i componenti della comunità che potrebbero sapere cose affidabili e importanti. In alcuni casi, le informazioni meno distorte, possono provenire dalle affermazioni dei bambini”.

Non è una novità. Anche la Ceka, la temibile polizia politica di Stalin, usava ascoltare i discorsi dei bambini. O presso le file per il pane.

I metodi sono importanti. Poi le finalità e gli scopi, hanno sempre motivazioni nobili: nessun governo o esercito ha mai ammesso nella storia, che i propri obiettivi sono criticabili. Nessun potere ha mai giudicato o processato sè stesso.

Gli obiettivi del sensore

Chiariamo subito, che nei manuali militari è scritto a chiare lettere: l’obiettivo del militare non è fare amicizia.

Non glie ne frega nulla di voi.

I militari, le forze governative, non sono vostri amici.

Sono lì per un governo, per obiettivi NATO, e per ordini precisi.

Gli obiettivi del “sensore” sono due:

  • ottenere informazioni utili per gli obiettivi della missione;
  • ottenere la consapevolezza situazionale (Situational Awareness).

Gli obiettivi della missione

Le informazioni direi antropologiche e sociali, sui civili sono importantissime perché condizionano il teatro operativo.

Ad esempio, sapere dove sono scuole o ospedali, e quanto sono affollati, o sapere quali sono i comunicatori anti americani, è importante. Lo è per preparare ad esempio, la divisione in aree e pattuglie. Per lo “shaping” del teatro operativo.

Per individuare gli obiettivi fisici da arrestare, interrogare, o al limite, eliminare.

Per individuare persone-chiave da “girare” agli esperti di HUMINT (Human Intelligence), con relativi interrogatori e operazioni di controspionaggio.

Per mettere a punto strumenti di PSYOP o di Guerra Informativa, ad esempio, metodi di propaganda, o di intossicazione dell’informazione. Chissà perché, mentre digito “intossicazione dell’informazione”, mi vengono in mente i Fact Checkers, ma andiamo avanti.

Le informazioni ottenute dai civili, e trattate, possono servire per preparare operazioni “Cordon & Search”. O per “infiltrare” i governi e le pubbliche amministrazioni con covered actions.

Tra l’altro ci sono interi capitoli che dedicano molta attenzione alle ONG e alle organizzazioni umanitarie, chissà come mai. Magari ne parleremo più avanti in un altro articolo.

Nelle simulazioni elettroniche e nei cosiddetti “Giochi di Guerra”, sono molto importanti le informazioni sia sui civili, sia sulle relative infrastrutture. La teoria dei giochi e della realtà virtuale sono ampiamente usati, per la modellazione e valutazione degli scenari nei conflitti bellici o nelle operazioni di “peacekeeping”.

Le informazioni sui civili servono anche per la IPB, cioè per la Intelligence Preparation Battlefield, la preparazione del campo di battaglia, tramite i servizi di intelligence.

La consapevolezza situazionale

Sapere come è fatta una popolazione, significa ottenere il loro supporto, isolare i dissidenti, facilitare la missione.

E per farlo, serve la consapevolezza situazionale: capire e osservare cosa succede intorno; nel contesto. Capire se ci sono dei cambiamenti (ad esempio, una strada sempre affollata, che improvvisamente diventa deserta). Sapere quali sono le ricorrenze civili e religiose (aumentano le probabilità di azioni o dimostrazioni anti USA).

Riporto, da wiki, un estratto di cosa sia la consapevolezza situazionale. E’ “percezione di elementi ed eventi ambientali, la comprensione del loro significato e la proiezione del loro stato dopo che alcune variabili sono cambiate, come il tempo, o un’altra variabile, come un evento predeterminato.

La situational awareness implica l’essere consapevoli di ciò che sta accadendo nelle vicinanze per capire come le informazioni, gli eventi e le proprie azioni avranno un impatto su obiettivi e traguardi, sia immediatamente che nel prossimo futuro.”

Be a sensor: cosa guardare. Perfino i Graffiti...
Be a sensor: cosa guardare. Perfino i Graffiti... da ATP 3-55.4, tabella 3.2

Conclusioni

E’ solo un assaggio, un antipasto, di quello che descrivono i manuali e le pubblicazioni militari. Su come “usare” i civili e le informazioni civili.

Insomma, non sono lì per voi; sono lì per lo Stato, per un Comando, per una Missione, insomma, per il Potere. Ogni cosa che fanno, anche una conversazione amichevole, ha uno scopo.

E obbedisce a un ordine.

Incluso il togliersi il casco durante una manifestazione per acquisire “credito sociale”.

TylerGandalf

 

Fonti delle immagini:

1: https://pixabay.com/it/illustrations/uomo-silenzioso-coprirsi-la-bocca-6054357/

 

FROM MILANO TO THE STARS
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