Eyes Wide Shut

Eyes Wide Shut Dream

Il film che chiude la carriera cinematografica di Kubrick costituisce anche la più enigmatica delle sue opere. Costruito sull’intreccio di psicologia e racconto giallo, Eyes Wide Shut deve la propria origine alla novella “Doppio Sogno” di Arthur Schnitzler, alla quale si mantiene sostanzialmente fedele, allontanandosene per quanto riguarda solo il significato criptico del messaggio. Piccole variazioni al racconto dello scrittore viennese fanno così la differenza per giungere all’esito di un racconto dai risvolti inquietanti ed ambientato in quella tragica realtà contemporanea che vede il diffondersi di un morbo di origini misteriose come l’AIDS.

William Harford è un giovane medico newyorchese, felicemente sposato con Alice e padre di una bambina. Come tutti gli anni, in prossimità del Natale, si reca al ricevimento in casa di Ziegler, un grosso magnate della città che ha in cura presso il suo studio. E’ qui che Bill, durante una pausa dell’orchestra, ha la piacevole sorpresa d’incontrare Nightingale, allegro compagno dei tempi dell’Università, che si dedica ora alla professione di musicista. Dopo la serata da Ziegler, Nightingale si esibirà per tutta la durata delle feste di Natale a New York, dove chiede all’amico di rintracciarlo al locale Sonata. Mischiati agli altri invitati, i due coniugi si sono intanto persi di vista. Mentre Alice subisce così le spietate attenzioni di un uomo di mezza età, William si concede al fascino di due modelle che promettono di condurre il medico “fin dove finisce l’arcobaleno”. La piacevole conversazione con le due ragazze è tuttavia interrotta da un maggiordomo che chiede a Bill di recarsi al piano superiore, dove lo attende il padrone di casa. Recatosi da Ziegler, egli deve intervenire in soccorso della giovane amante di questi, che giace nuda su una poltrona del bagno, stordita da un cocktail di sostanze stupefacenti. Naturalmente Ziegler esprime tutta la sua riconoscenza al medico e contando sulla sua discrezione dice che non si scorderà del favore. La sera del giorno seguente, dopo le consuete occupazioni, i due coniugi, sotto gli effetti di uno spinello di cannabis, commentano i loro incontri durante il ricevimento di Ziegler. Dallo scambio di battute nasce però una schermaglia coniugale, in cui marito e moglie cercano reciprocamente di ingelosirsi. Bill dichiara di essere perfettamente sicuro della fedeltà della moglie. Ma è proprio questa affermazione ad indispettire Alice, che rivela al marito di avere provato una irresistibile attrazione per un ufficiale di marina incontrato durante le ultime vacanze. Anche se non le aveva rivolto che uno sguardo, la donna dice che sarebbe stata disposta a sacrificare tutta la sua vita passata e presente, sua figlia compresa, pur di trascorrere una sola giornata con quell’uomo. Profondamente turbato dalla confessione di sua moglie, Bill è costretto nel pieno della notte a raggiungere il capezzale di un suo assistito. Mentre si trova in macchina, egli riflette amaramente sulle parole di Alice e la sua mente è attraversata da turpi immagini erotiche di sua moglie e del marinaio. Quando arriva a destinazione, apprende che il malato era già deceduto. La figlia ha voluto avere Bill accanto a sé per conforto, in quanto gli rivela di essere da tempo innamorata di lui. Bill tuttavia non contraccambia le attenzioni della donna e dopo averla lasciata in compagnia del fidanzato si allontana a piedi verso casa. Mentre cammina immerso nei suoi pensieri, incontra una prostituta che lo invita a salire in casa. Quando sono però in camera da letto una chiamata di sua moglie sul cellulare lo fa desistere dal suo proposito, riconducendolo a vagabondare per strada. Così, davanti alla vetrina di un locale notturno, vede la foto di Nightingale ed entra per salutare l’amico, in compagnia del quale si ferma per fare quattro chiacchiere e per bere qualcosa. Questi gli racconta che la sua serata non è ancora finita. Infatti, alle due di notte dovrà esibirsi in un club privato di cui non conosce ancora l’indirizzo. Glielo comunicano di volta in volta, perché ogni sera è un luogo diverso e inoltre deve suonare con gli occhi bendati. L’ultima volta, però, non l’avevano bendato bene e qualcosa ha intravisto: donne bellissime, che superano qualsiasi fantasia erotica. Bill prega l’amico di condurlo con sé. Ma Nightingale dice che è impossibile. Per farsi riconoscere, ci vuole un termine convenzionale. Nel frattempo, gli giunge una telefonata e su un tovagliolo di carta scrive una parola, che Bill ha modo di leggere. Ora, la parola ce l’ha. Ma Nightingale si rifiuta di indicargli il luogo convenuto. Non ci può comunque andare, perché i partecipanti vi arrivano ogni volta in costume e maschera per non essere riconosciuti. Sempre più incuriosito dalla faccenda, Bill dice all’amico che lì vicino abita un suo paziente, che guarda caso affitta proprio costumi. Anche se lo dovrà svegliare in piena notte, non potrà rifiutargli il favore. Cedendo alle insistenze dell’amico, Nightingale si decide così a comunicargli il luogo dell’incontro ed infine si lasciano. 

A pochi isolati dal bar Sonata, Bill raggiunge un negozio di costumi che per insegna ha, curiosamente, un arcobaleno.

Simbolo di passaggio che rappresenta l’unione tra cielo e terra, spirito e materia, esso era stato evocato anche dalle due modelle al ballo di Ziegler. A questo punto, Bill scopre con disappunto che il padrone del negozio non è più il cliente del suo studio medico. In ogni caso, per una lauta somma di danaro, riesce a convincere il nuovo proprietario a fornirgli quanto gli serve. Mentre accompagna il dottore a ritirare il suo abito nel magazzino questi sorprende due uomini che stanno approfittando di sua figlia, un ragazza minorenne con dei problemi psichici. Dopo aver chiuso a chiave i due individui in attesa di denunciarli alla polizia, il negoziante consegna abito e maschera a Bill, che si allontana in taxi per raggiungere il luogo dell’appuntamento. Davanti al parco di una villa signorile si ferma e chiede al taxista di attendere fino a quando non tornerà. Quindi si avvia verso il cancello d’ingresso, dove due sorveglianti gli chiedono la parola d’ordine. La parola in questione è Fidelio (nel racconto di Schnitzler era Danimarca). Una macchina lo accompagna alla villa. Entratovi, è nuovamente richiesto della parola d’ordine e finalmente introdotto nel salone di ricevimento. Qui si trova davanti a una Cerimonia.

Eyes Wide Shut Sex Magic 01
Eyes Wide Shut Sex Magic 04
Eyes Wide Shut Sex Magic 03
Eyes Wide Shut

Si tratta di un rito di magia sessuale celebrato da un gerofante in costume rosso e maschera, che agita un turibolo ed un bastone. All’interno del cerchio magico disegnato sul pavimento da un faro, il gerofante si muove con passi precisi, eseguendo una circumambulazione rituale intorno alla circonferenza su cui stanno 11 donne anch’esse mascherate. Dopo che per tre volte picchia la bacchetta magica a terra, queste si prostrano ai suoi piedi e si rialzano, togliendo i mantelli che nascondono le loro nudità. Un quarto ed un quinto colpo sono il segnale perché entrino nel cerchio magico e s’ inginocchino al suo cospetto. Dopo che si sono reciprocamente baciate, il mago si accosta alla ragazza che sta alla destra di una donna con piume corvine e batte un colpo davanti a lei, che si allontana dal cerchio. La stessa cosa fa con la sua compagna a sinistra della donna corvina. Poi di nuovo con l’altra ragazza a destra e l’altra ancora a sinistra, per un totale di dieci colpi. L’undicesimo colpo (il numero 11 si ripete per la seconda volta) batte davanti alla donna piumata, che esce con noi di scena, mentre la cerimonia prosegue.

E’ un rito di magia simpatica. Le donne devono congiungersi coi presenti per trasmettere loro l’energia che hanno accumulato all’interno del cerchio.

Ciascuna di loro si sceglie un compagno. La donna piumata si allontana con Bill, ma quando sono nel corridoio lo avverte: “Cosa crede di fare? Lei qui non c’entra per niente …se ne deve andare subito … è in grave pericolo e deve allontanarsi da qui finché è in tempo.” Intanto, sopraggiunge un’altra maschera che allontana con una scusa la donna piumata da Bill. Rimasto solo, questi percorre le stanze e i corridoi della villa, dove assiste a dei rapporti sessuali che superano ogni sua fantasia erotica. Infine, viene di nuovo raggiunto dalla donna piumata, che nel frattempo l’ha cercato ovunque. Ancora una volta lo avverte che deve andarsene e che la sua vita è in pericolo. Poi si allontana, mentre arriva di corsa un maggiordomo, che chiede a Bill se il taxi che attende all’ingresso della villa sia suo, in quanto l’autista ha chiesto urgentemente di parlare col passeggero. Seguendo il maggiordomo che gli fa strada, Bill si ritrova nel salone d’ingresso. Con sua meraviglia, vede che tutti i convenuti sono lì ad attenderlo. Tutti attorno al cerchio magico, al centro del quale domina la figura del gerofante, che è seduto su di uno scranno pontificale sormontato da una tiara sorretta da un’aquila bicipite. Dalla soggettiva che fotografa nello sguardo di Bill il Mago in procinto di celebrare il suo rito a quella che lo ritrae sul trono, sono trascorsi esattamente undici minuti (il numero 11 si ripete per la terza volta). Tanto tempo è durata appunto l’ “iniziazione” di Bill. Ora che è stato scoperto, rischia però la vita. Ma a salvarlo interviene la donna piumata: “Prendete me – dice – Io sono pronta a riscattarlo.” Avvertito di non rivelare a nessuno ciò che ha visto o udito, a rischio dell’incolumità sua e della sua famiglia, Bill può lasciare senza danno la villa. A casa, sua moglie dorme profondamente, ma è scossa da una risata isterica. La sveglia e lei gli racconta il sogno … e di nuovo nella mente di Bill spunta un sentimento di amarezza e rancore nei confronti di sua moglie, che ha sognato di tradirlo. Il giorno dopo, passando a riconsegnare l’abito preso in prestito, cerca di rintracciare l’amico Nigthingale, ma il locale dove si esibisce è chiuso. Saputo l’indirizzo dell’albergo dove alloggia vi si reca, ma il portiere gli dice che Nigthingale è partito di mattina presto, appena rientrato, scortato da due energumeni che, a giudicare da qualche livido che portava sul viso, l’avevano trattato anche male. Quando poi riconsegna l’abito, l’affitta-costumi si accorge che manca la maschera. Qualche dollaro in più risolverà il problema, come l’ha risolto coi due individui che insidiavano sua figlia … Ma Bill non è contento di come sono andate le cose la sera precedente. Vuole fare alcune indagini. Si reca alla villa e davanti al cancello si accorge che una telecamera lo sta spiando. Pochi secondi dopo arriva una macchina e ne scende un vecchio dallo sguardo severo, che gli consegna una lettera. E’ l’ultimo avvertimento. E’ sera. Col pretesto di farle un regalo, Bill va a trovare la prostituta che lo aveva abbordato. Non c’è, ma trova la sua coinquilina che gli racconta come la ragazza sia risultata positiva al test dell’aids e si sia fatta ricoverare in clinica. Con la testa affollata di pensieri, Bill passeggia per strada e si accorge di essere pedinato da un uomo. Acquista un giornale e s’infila in un bar. Qui una notizia attira la sua attenzione: un’ex regina di bellezza è entrata in coma in seguito a un’overdose. L’indomani la cerca nella clinica dov’è stata ricoverata, ma gli dicono che la giovane è nel frattempo deceduta. Spacciandosi per il suo medico, chiede di vedere il cadavere, ma non riesce a capire se si tratti o meno della donna piumata. Mentre lascia la clinica, una telefonata lo convoca a casa di Ziegler. L’amico gli vuole parlare di una faccenda che lo riguarda personalmente. La notte scorsa, alla villa, c’era anche lui. E adesso lo avverte che deve smetterla di fare indagini. Gli ha messo un uomo alle costole per vedere che iniziative avrebbe preso. Non può mettersi contro quella gente: se conoscesse i loro nomi non potrebbe che rabbrividire. E, in fondo, non è successo nulla. Quando si sono accorti che Nightingale aveva parlato, si sono affrettati a rispedirlo a casa, magari con qualche livido, ma sano e salvo. Però Bill vuole sapere della donna piumata. Che fine ha fatto? Ziegler risponde che deve prendere tutto come una sciarada, è stato un gioco, una messa in scena per farlo tremare di paura, nient’altro. Ma il ritaglio di giornale che Bill mostra all’amico non è uno scherzo, perché la ragazza di cui si parla si trova ora all’obitorio.
Ziegler ammette, la ragazza morta era la stessa che lui aveva soccorso alcuni giorni prima, al ricevimento. Sarebbe comunque successo. Era inevitabile. Era una drogata, una puttana. Il prezzo della civiltà e della società dei cosiddetti “onesti” vuole dei capri espiatori, ma forse l’ingenuo Bill non è consapevole di questo. Al suo ritorno a casa trova così ad attenderlo un terzo ed inquietante avvertimento. Accanto al cuscino dove sua moglie sta dormendo ricompare come d’incanto la maschera che aveva perso. William scoppia in un pianto che ridesta sua moglie, a cui confesserà tutto fino al perdono.

Scrive Kenneth Anger in “Hollywood Babilonia” (Milano 1996, p. 6) che in alcuni appunti del 1916 di Aleister Crowley i cinematografari americani sono descritti “come una banda di maniaci sessuali pazzi di droga”. Per la cronaca, il noto mago occultista Aleister Crowley, che amava firmarsi come “La Grande Bestia” e millantando un improbabile credito, era stato definito come l’uomo più perverso di questa terra. Che per le scene di magia sessuale Kubrick abbia tratto ispirazione da lui e non dai cinematografari di Hollywood mi sembra pertanto rassicurante. Lo spirito che aleggia in queste scene di Eyes Wide Shut è appunto quello di “Magick”, un libro sulla magia di Aleister Crowley, che ha voluto rimarcare in modo simbolico l’argomento da lui trattato aggiungendo alla normale ortografia di Magic una K, undicesima lettera dell’alfabeto.

L’ Undici è infatti un simbolo di magia e come tale compare in Eyes Wide Shut per ben tre volte. Oltre a Magick, un’altra chiave di lettura per comprendere il film è costituita dal Fidelio di Beethoven, che è la sola opera lirica che egli abbia mai musicato in tutta la sua vita. Fidelio è come abbiamo visto la parola convenzionale che dà l’accesso alla villa dei Misteri. Ma il Fidelio è stata anche un’opera invisa ai potenti, in quanto, col pretesto di parlare della fedeltà coniugale, allude ad un potere di natura dispotica che incarcera gli innocenti. Se si tratti poi del potere dispotico di Napoleone o di quello dell’imperatore d’Austria non lo si è mai capito. Quel che si può congetturare nel caso di Kubrick è che il cattivo Demiurgo della nostra epoca risiede inequivocabilmente in America ed è il potere occulto delle tre K, un potere occulto di 33 Gradi (11+11+11).

Testo

Gianfranco Massetti

Immagini

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