Il libro e la Medicina che Vorrei
Una serie di casi reali di persone in trattamento per problemi medici e psicologici.
La Medicina che vorrei: quella descritta e praticata in questo fantastico libro.
E’ difficile leggerlo?
L’autore riporta il caso, con la sua descrizione; poi i colloqui clinici.
Quindi la forma è in un certo senso, narrativa. Sono storie (vere!), e la leggibilità quindi è ottima.
Questo ad un primo livello.
Per la sua comprensione profonda, per apprezzarne appieno il valore, è necessario conoscere almeno le basi dell’ipnoterapia, della psicodinamica, e del manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali (DSM-5).
Sono conoscenze che l’autore dà per scontate.
Quindi non troverete per esempio, l’indicazione dettagliata delle tecniche ipnotiche … “qui si è usata una implicazione, qui un “truismo”, qui una “apposizione di opposti” o la spiegazione di cos’è una “desensibilizzazione” o una “reviviscenza del trauma”.
Usa anche approcci sistemici ricavati dalla terapia familiare.
Perché leggerlo?
Per cultura personale.
Per aprire gli occhi sulla potenza di certe dinamiche emotive e mentali.
Per avere un’idea di quanto potenti sono le influenze dell’infanzia, della famiglia e della situazione sociale.
Dovrebbero leggerlo soprattutto i medici e gli psichiatri.
Ne escono…. malissimo…
I pazienti in trattamento riferiscono spesso di medici distratti, sgarbati, che non sanno neppure cosa sia l’importanza della relazione medico-paziente.
Gli psichiatri ne escono ancora peggio: il loro obiettivo medio, è prescrivere chimica, pastiglie e psicofarmaci.
Le punzecchiature dell’autore sono evidenti….
Non è certo questa la medicina che vorrei.
Medici e soprattutto psichiatri, non comprendono la funzione del sintomo, non ne ricercano la causa. Puntano solo alla classificazione diagnostica e allo spegnimento “chimico” del sintomo.
Creano così problemi di dipendenza e tolleranza al farmaco senza risolvere il problema. Anzi, molto spesso cronicizzandolo ed esacerbandolo.
La “Medicalizzazione del sintomo”.
Per i più specialisti….
Molti casi riguardano il PTSD in conseguenza di abusi sessuali anche su minori, o di rapporti incestuosi.
La lettura di questi è un pugno nello stomaco, soprattutto perché casi reali, recenti, e nella realtà italiana.
Altri casi riguardano la dipendenza digitale. L’autore stesso è giustamente molto critico verso i social e il “digitale” in generale, visti i danni possibili.
Senza demonizzare il mondo digitale, l’autore ne evidenzia però le profonde e pericolose derive a cui può portare.
Altri casi ancora, hanno a che vedere con sindromi abbandoniche, disturbi d’ansia sociale, colon irritabile, fobie varie, dipendenze.
Molto, molto interessante il capitolo sull’Ippoterapia, e sulla potenza dell’ipnosi sul controllo del dolore.
E per il periodo…. attuale?
L’autore riporta alcuni casi di disturbi ossessivi-compulsivi, dovuti o scatenati dalla pandemia.
Casi incredibili di pazienti che si chiudono in camera, si isolano totalmente, si disinfettano fino a lesionarsi e addirittura si fanno portare i sacchetti in camera per i propri “bisogni”… Cadono in uno stato depressivo profondo e di inerzia distruttivi.
Gli stessi pazienti-e l’autore lo sottolinea,- accusano chiaramente e pesantemente i media, e gli scienziati stessi, di aver creato una campagna di terrore.
Profilo dell’Autore, estratto dalla quarta di copertina
Conclusioni: la Medicina Che Vorrei
Una novità editoriale perché è stato stampato nel Maggio 2021.
Evidenzia e dimostra l’importanza del rapporto medico-paziente, l’impatto delle emozioni, delle relazioni e dell’ambiente sul sistema immunitario, e su tutto l’organismo. L’approccio olistico, l’integrazione mente-corpo, la neuroplasticità, la psico neuro endocrino immunologia…. non sono invenzioni new-age.
Sono realtà scientifiche consolidate.
Dichiara apertamente che bisogna evitare di “divenire ostaggi di una causalità che rimane del tutto estranea alla psiche”.
L’essere umano, non è un interruttore, o un…algoritmo.
E men che meno, vorremmo medici cyborg, ne abbiamo parlato qui.
Mette in risalto l’importanza di un approccio medico-clinico integrato, es. tra cardiologo, psicoterapeuta, medico…
L’autore chiama questo approccio interdisciplinare, “consilienza” (=fare consulti tra più specialisti e integrarsi).
Interdisciplinarità, integrazione: l’esatto opposto della orripilante pseudoscienza attuale “ipercompartimentata”. E’ l’opposto, della Medicina che Vorrei.
Cito dall’opera:
“..Molto deve ancora compiersi in questa prospettiva”..(di interdisciplinarità, ndr)…
”poiché le resistenze all’inteso di consilienza, opposte da certe frange di operatori della salute, con chiari sintomi di affezione da psicosi conclamata d’autoesaltazione, sono ancora piuttosto presenti. Resistenze che ben declinano i propri deliri di onnipotenza ad eziologia irrisolta….”.
Non servono commenti.
TylerGandalf
Link al libro: Manuale di Ipnosi e Neuroscienze per la Pratica Clinica – Nino Sole